Animali fantastici e dove trovarli è un nuovo inizio. L’ambientazione storica racchiude in sé il fascino necessario per non farci compiangere la Londra di fine 1900 e i personaggi possiedono delle buone potenzialità, confidando in una caratterizzazione più approfondita nei quattro sequel che usciranno nei prossimi anni. In ogni caso, questo primo capitolo soddisfa le aspettative per la solidità di un cast di tutto rispetto e grazie alla regia vorticosa di David Yates.
Newt Scamander (Eddie Redmayne), magizoologo dalle buone maniere, sbarca a New York portando con sé una valigia che custodisce delle creature magiche. La sbadata liberazione di quest’ultime da parte dell’aspirante pasticcere babbano Jacob Kowalski (Dan Fogler) porta scompiglio in città, mettendo a rischio l’occultazione dell’esistenza di un altro mondo agli occhi dei No-Mag (nuovo soprannome per indicare i babbani). Di conseguenza, il Congresso della magia degli USA (MACUSA) se ne preoccupa e inevitabilmente Scamander tenterà di recuperare le sue affezionate creature, spassosissime e bizzarre.
Tina Goldstein (Katherine Waterston) e la sorella Queenie (Alison Sudol) lo assisteranno in questa caccia al mostro e saranno ostacolati da Percival Graves (Colin Farrell), che auspica una realtà in cui i maghi non siano più costretti a nascondersi e a vivere come dei topi. L’Obscurus rappresenta la vera minaccia oggetto di preoccupazione da parte del Ministero, poiché in grado di seminare morte e distruzione, soprattutto se in mani sbagliate. Si tratta di una terribile forza magica oscura scaturita dalla repressione che i maghi (spesso bambini) attuano sulla propria identità, rendendosi immuni dall’odio nei loro confronti propagandato dal movimento estremista dei Secondi Salemiani.
Una sinossi totalmente differente da quella narrata nella saga di Harry Potter, che riesce comunque ad eguagliarne la capacità di intrattenimento e la forza emotiva. Una delle novità nella saga è senz’altro quella di contestualizzare il tutto in un paesaggio urbano, molto lontano da quello oscuro e appartato di Hogwarts, riuscendo a ricreare l’atmosfera degli anni Venti e a coinvolgere noi comuni mortali in fatidici incontri con la magia, in cui non possiamo far altro che restarne ammaliati per l’incontenibile fascino sprigionato. Un po’ come tornare bambini, vedere per la prima volta “La pietra filosofale” e andare in bagno per una settimana con il timore di ritrovarsi davanti un troll. Le creature sono riprodotte magnificamente e, in un certo senso, si può comprendere l’esagerata devozione di Scamander nei loro confronti.
J.K.Rowling ha pensato proprio a tutto. Sfruttando ogni barlume di fantasia è riuscita ad imprimere a ciascun personaggio delle identità originali e, per questo motivo, lo spettatore scarta fin da subito l’idea insensata di paragonarli ad Harry e co. Scamander, merito anche dell’interpretazione raffinata di Redmayne, piace e convince come protagonista e lo stesso si può dire per i suoi compagni d’avventura. Animali fantastici e dove trovarli si rivela un interessante universo ancora avvolto nell’ignoto, ed in fondo piacevole da riscoprire perché non si è mai troppo grandi per non poter apprezzare il valore di certe favole.
venerdì 25 novembre 2016
Voyo vBook A1, ultrabook convertibile con Windows 10 e tanto storage
A meno di non orientarsi sui costosi Microsoft Surface, o sui Transformer Pro della Asus, è ben difficile trovare dei convertibili – o dei computer ibridi – basati su Windows 10 che siano, allo stesso tempo, low cost, belli, e prestanti. Per fortuna, qualche eccezione c’è: oltre alla già ammirata Eve V, alternativa al Surface Pro 4 di Redmond, da qualche tempo, è disponibile anche un convertibile decisamente promettente, il Voyo vBook A1. vBook A1 è un convertibile, Windows 10 based, realizzato dalla cinese Voyo (ex Shenzhen Yongjaheyi Technology Development Co. Ltd), certo non nuova a distribuire terminali di calcolo di buon livello accessibili ad un pubblico più di massa: il form factor del telaio (29 x 19.6 x 1.6 centimetri) è molto elegante e sottile, sia nella sezione che ospita la tastiera, che in quella dedicata al display.
Quest’ultimo, dal polliciaggio piuttosto contenuto (tipico di un netbook: 11,6”), vanta una risoluzione qualitativamente elevata, quindi FullHD (1920×1080 pixel), ed un meccanismo basato su 2 cerniere gemelle laterali capaci di consentirne la rotazione di 360°: in questo modo, il vBook A1 diventa, a tutti gli effetti, un tablet – ancora e comunque ben gestibile in mano – sul quale è possibile gestire le applicazioni touch di Windows 10 e, ovviamente, anche usare un’eventuale penna capacitiva (es. la Stylus V-pencil – Silver venduta a parte, per 12.69 dollari) per fruire delle funzionalità “windows-ink” giunte in dote alla Anniversary Update windowsiana. Non mancano, ovviamente, le modalità “stand” e “tenda” che, grazie alla tecnologia IPS di serie, offrono ampie angolazioni di visuale: sempre sul frontale, poi, è presenta la fotocamera – per selfie e videoconferenze Skype – da 2 megapixel. In termini più prettamente computazionali, vBook A1 è supportato da una GPU Intel HD Graphic 500 (9° gen) e “motorizzato” da un processore Intel Celeron N3450 (clock a 2.2GHz) che, grazie alla generazione “Apollo Lake”, consente di avere un consumo energetico dedicato alla dissipazione (TDP) di appena 6 Watt, e prestazioni di calcolo comunque elevate, seppur legate ad un device di fascia bassa. LA RAM è da 4 GB mentre lo storage, invece, è ibrido: 32 GB sono di tipo eMMc e, a questi, se ne aggiungono ulteriori 128 GB in formato SSD. In ogni caso, l’integrazione di uno slot libero per un SSD aggiuntivo (max 512 GB) ed un lettore di TF card (max 128 GB) dovrebbero soddisfare anche i maniaci del download o della produzione multimediale più accaniti…
Voyo vBook A1 può essere utilizzato con comodo anche all’aperto e, in genere, in un contesto di mobilità professionale: il suo chassis, infatti, è molto leggero (solo 1.1 kg) ed il set di connettività è più che soddisfacente, vista la presenza del Wi-Fi ac e del Bluetooth 4.0 ai quali si aggiungono una porta micro HDMI 1.4 (per la connessione al monitor TV), un jack audio da 3,5 mm per le cuffie, una porta USB 2.0, ed una aggiornata al più veloce standard 3.0.
La batteria a bordo da 12000 mAh, in pairing con la funzione “Risparmia batteria” di Windows 10, dovrebbe assicurare una buona autonomia, pari ad un’intera giornata di lavoro in uso medio. Previsto nella sola colorazione “Gold”, il Voyo vBook A1 è già disponibile online ad un prezzo consigliato di 299 dollari.
Quest’ultimo, dal polliciaggio piuttosto contenuto (tipico di un netbook: 11,6”), vanta una risoluzione qualitativamente elevata, quindi FullHD (1920×1080 pixel), ed un meccanismo basato su 2 cerniere gemelle laterali capaci di consentirne la rotazione di 360°: in questo modo, il vBook A1 diventa, a tutti gli effetti, un tablet – ancora e comunque ben gestibile in mano – sul quale è possibile gestire le applicazioni touch di Windows 10 e, ovviamente, anche usare un’eventuale penna capacitiva (es. la Stylus V-pencil – Silver venduta a parte, per 12.69 dollari) per fruire delle funzionalità “windows-ink” giunte in dote alla Anniversary Update windowsiana. Non mancano, ovviamente, le modalità “stand” e “tenda” che, grazie alla tecnologia IPS di serie, offrono ampie angolazioni di visuale: sempre sul frontale, poi, è presenta la fotocamera – per selfie e videoconferenze Skype – da 2 megapixel. In termini più prettamente computazionali, vBook A1 è supportato da una GPU Intel HD Graphic 500 (9° gen) e “motorizzato” da un processore Intel Celeron N3450 (clock a 2.2GHz) che, grazie alla generazione “Apollo Lake”, consente di avere un consumo energetico dedicato alla dissipazione (TDP) di appena 6 Watt, e prestazioni di calcolo comunque elevate, seppur legate ad un device di fascia bassa. LA RAM è da 4 GB mentre lo storage, invece, è ibrido: 32 GB sono di tipo eMMc e, a questi, se ne aggiungono ulteriori 128 GB in formato SSD. In ogni caso, l’integrazione di uno slot libero per un SSD aggiuntivo (max 512 GB) ed un lettore di TF card (max 128 GB) dovrebbero soddisfare anche i maniaci del download o della produzione multimediale più accaniti…
Voyo vBook A1 può essere utilizzato con comodo anche all’aperto e, in genere, in un contesto di mobilità professionale: il suo chassis, infatti, è molto leggero (solo 1.1 kg) ed il set di connettività è più che soddisfacente, vista la presenza del Wi-Fi ac e del Bluetooth 4.0 ai quali si aggiungono una porta micro HDMI 1.4 (per la connessione al monitor TV), un jack audio da 3,5 mm per le cuffie, una porta USB 2.0, ed una aggiornata al più veloce standard 3.0.
La batteria a bordo da 12000 mAh, in pairing con la funzione “Risparmia batteria” di Windows 10, dovrebbe assicurare una buona autonomia, pari ad un’intera giornata di lavoro in uso medio. Previsto nella sola colorazione “Gold”, il Voyo vBook A1 è già disponibile online ad un prezzo consigliato di 299 dollari.
Emma Marrone ed il regalo di Natale ai suoi fan
Continuano gli annunci di uscite discografiche di questo fine 2016 e continuano ad essere annunciati sempre più riedizioni di album già usciti che album nuovi di zecca. Anche Emma Marrone non si sottrae a quella che orami sembra essere diventata una necessità discografica e pubblica. Il prossimo 2 dicembre esce, infatti, Adesso Tour Edition.
Si tratta di un cofanetto che conterrà un cd con l’album originale arricchito da due brani inediti (“Nel posto più lontano” e “You don’t love me”) e dal brano cantato in duetto con Alvaro Soler “Libre” ; un secondo cd che conterrà le versioni live di tutti i brani presenti nell’album originale ed un dvd con il concerto integrale ed immagini tratte dal backstage. L’album Adesso di Emma Marrone è uno dei tanti album usciti tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 che, pur ottenendo ottimi risultati di vendita (il traguardo delle 150000 copie è ormai vicinissimo), hanno evidentemente bisogno di una spinta per superare quel traguardo e magari poter ambire al risultato delle 200000 copie che, considerando la fortissima crisi che il mercato discografico italiano continua a subire, sarebbe un risultato eccezionale. Inoltre il tour con il quale Emma ha promosso questo album è risultato essere molto gradito da critica e pubblico per cui l’idea di immortalarlo in dvd farà felici i tantissimi fans della cantante salentina.
Con questa pubblicazione Emma chiuderà questo 2016 che ancora una volta è stato per lei ricco di successi e soddisfazioni professionali, dopo l’ennesima presenza ad Amici in qualità di coach ha portato in giro per l’Italia il suo Eccomi Tour, collezionando un grosso numero di sold out. Non sono mancate le collaborazioni con altri artisti, tra le quali quella con Loredana Bertè con la quale ha inciso il brano Non sono una signora nel sul album “Amici non ne ho ma amiche si”.
Per quanto riguarda il futuro abbiamo ancora poche certezze ma tante voci che circolano, qualcuno la da per certa a Sanremo, anche se non si sa in quale veste, ci si interroga sulla sua partecipazione o meno alla prossima edizione di Amici e sopratutto ci si chiede se il 2017 sarà anche l’anno di pubblicazione di un nuovo album di inediti (cosa molto probabile).
Quello che è certo è che intanto il prossimo 2 dicembre vedrà la luce l’ultimo tassello di un 2016 professionalmente molto fortunato per Emma Marrone.
Si tratta di un cofanetto che conterrà un cd con l’album originale arricchito da due brani inediti (“Nel posto più lontano” e “You don’t love me”) e dal brano cantato in duetto con Alvaro Soler “Libre” ; un secondo cd che conterrà le versioni live di tutti i brani presenti nell’album originale ed un dvd con il concerto integrale ed immagini tratte dal backstage. L’album Adesso di Emma Marrone è uno dei tanti album usciti tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 che, pur ottenendo ottimi risultati di vendita (il traguardo delle 150000 copie è ormai vicinissimo), hanno evidentemente bisogno di una spinta per superare quel traguardo e magari poter ambire al risultato delle 200000 copie che, considerando la fortissima crisi che il mercato discografico italiano continua a subire, sarebbe un risultato eccezionale. Inoltre il tour con il quale Emma ha promosso questo album è risultato essere molto gradito da critica e pubblico per cui l’idea di immortalarlo in dvd farà felici i tantissimi fans della cantante salentina.
Con questa pubblicazione Emma chiuderà questo 2016 che ancora una volta è stato per lei ricco di successi e soddisfazioni professionali, dopo l’ennesima presenza ad Amici in qualità di coach ha portato in giro per l’Italia il suo Eccomi Tour, collezionando un grosso numero di sold out. Non sono mancate le collaborazioni con altri artisti, tra le quali quella con Loredana Bertè con la quale ha inciso il brano Non sono una signora nel sul album “Amici non ne ho ma amiche si”.
Per quanto riguarda il futuro abbiamo ancora poche certezze ma tante voci che circolano, qualcuno la da per certa a Sanremo, anche se non si sa in quale veste, ci si interroga sulla sua partecipazione o meno alla prossima edizione di Amici e sopratutto ci si chiede se il 2017 sarà anche l’anno di pubblicazione di un nuovo album di inediti (cosa molto probabile).
Quello che è certo è che intanto il prossimo 2 dicembre vedrà la luce l’ultimo tassello di un 2016 professionalmente molto fortunato per Emma Marrone.
Spaghetti pesto e calamari
Preparazione:
Per iniziare la preparazione degli spaghetti pesto e calamari dovete partire proprio dai calamari. Questi, infatti, andranno lavati sotto acqua corrente, privati della testa e lavati accuratamente all’interno. La sacca, infatti, andrà non soltanto svuotata ma sciacquata più volte così da eliminare eventuali residui al suo interno.
Riducete la sacca in anelli e tenete i tentacoli invece interi. Prendete una padella antiaderente ben capiente, mettete a scaldare abbondante olio extravergine d’oliva e fate soffriggere uno spicchio d’aglio. Quando questo inizierà a dorarsi potete aggiungere anche i calamari e far saltare per qualche minuto. Sfumate con il vino bianco e fate proseguire per qualche altro minuto la cottura, aggiustando di sale e pepe se necessario.
Quando i calamari saranno pronti potrete aggiungere anche il pesto alla genovese ed amalgamare per bene il tutto. Nel frattempo dedicatevi alla cottura degli spaghetti, che deve avvenire in acqua salata portata ad ebollizione per il tempo indicato nella confezione. Quando gli spaghetti saranno quasi cotti scolateli e passateli in padella insieme al condimento preparato prima.
Fate saltare per qualche altro minuto e servite ai vostri ospiti quando il piatto è ancora ben caldo.
In alternativa potete preparare degli spaghetti allo scoglio o degli spaghetti alle vongole. In entrambi i casi portare a tavola dei piatti sofisticati una semplici al tempo stesso.
Per iniziare la preparazione degli spaghetti pesto e calamari dovete partire proprio dai calamari. Questi, infatti, andranno lavati sotto acqua corrente, privati della testa e lavati accuratamente all’interno. La sacca, infatti, andrà non soltanto svuotata ma sciacquata più volte così da eliminare eventuali residui al suo interno.
Riducete la sacca in anelli e tenete i tentacoli invece interi. Prendete una padella antiaderente ben capiente, mettete a scaldare abbondante olio extravergine d’oliva e fate soffriggere uno spicchio d’aglio. Quando questo inizierà a dorarsi potete aggiungere anche i calamari e far saltare per qualche minuto. Sfumate con il vino bianco e fate proseguire per qualche altro minuto la cottura, aggiustando di sale e pepe se necessario.
Quando i calamari saranno pronti potrete aggiungere anche il pesto alla genovese ed amalgamare per bene il tutto. Nel frattempo dedicatevi alla cottura degli spaghetti, che deve avvenire in acqua salata portata ad ebollizione per il tempo indicato nella confezione. Quando gli spaghetti saranno quasi cotti scolateli e passateli in padella insieme al condimento preparato prima.
Fate saltare per qualche altro minuto e servite ai vostri ospiti quando il piatto è ancora ben caldo.
In alternativa potete preparare degli spaghetti allo scoglio o degli spaghetti alle vongole. In entrambi i casi portare a tavola dei piatti sofisticati una semplici al tempo stesso.
Yamaha e Vodafone presentano gli scooter sempre connessi TMAX
Si è da poco concluso l’Eicma 2016, la fiera internazionale del ciclo e del motociclo che si è tenuta a Milano dal 10 al 13 Novembre: nel corso di quest’edizione, anche il settore delle 2 ruote ha dimostrato il suo avanzamento verso la mobilità green, con la Vespa Elettrica ad esempio, e quella smart. A tal proposito, particolare menzione merita l’iniziativa congiunta di Yamaha e Vodafone che hanno annunciato i primi scooter che si controlleranno tramite smartphone.
In particolare, durante un evento dedicato tenutosi durante l’ultima edizione dell’Eicma, l’azienda motoristica giapponese Yamaha ha annunciato che i nuovi scooter della serie bicilindrica TMAX (attiva dal 2001), ovvero i TMAX DX e TMAX SX, saranno i primi dotati di servizi smart grazie alla collaborazione dell’operatore britannico Vodafone.
Quest’ultimo, per parte sua, fornirà l’infrastruttura necessaria all’erogazione dei servizi telematici, grazie alla divisione Automotive, nata nel 2014 dall’acquisizione del Gruppo Cobra: in questo modo, sarà possibile controllare da remoto i veicoli, consultare ovunque ci si trovi i relativi dati telematici, e disporre di soluzioni assicurative tarate sull’effettivo uso del veicolo.
My TMAX Connect: l’app per controllare lo scooter Yamaha TMAX
Nella fattispecie dei TMAX DX ed SX, tramite l’applicazione “My TMAX Connect”, gli utenti centauri avranno la possibilità di controllare – in qualsiasi circostanza – i dati dello scooter, vendendo a sapere – ad esempio – lo stato di carica della batteria (o il livello del pieno). Oltre a ciò, sarà anche possibile localizzare il proprio scooter: circostanza, questa, molto utile nel caso si sia lasciato il veicolo nell’immenso parcheggio di un centro commerciale, o se ne sia subito il furto. Sempre con finalità di recupero e/o localizzazione, l’app “My TMAX Connect” permetterà anche l’attivazione – in remoto – delle frecce di emergenza, e del clacson di bordo.
Come è facile intuire, uno dei maggiori campi d’applicazione di questa joint venture Yamaha-Vodafone sarà quello della protezione degli scooter dai furti: gli scooter annunciati, infatti, potranno disporre di un vero e proprio “scudo protettivo” rappresentato da una serie di centrali molto diffuse ai quali i veicoli, allontanati dalla loro posizione di partenza, andranno a comunicare la loro localizzazione GPS. Dati che, chiaramente, torneranno utili alle forze dell’ordine per procedere al recupero – nel minor tempo possibile – del veicolo sottratto.
In merito alla commercializzazione degli scooter TMAX DX e TMAX SX, i primi motocicli Yamaha davvero connessi grazie a Vodafone, per il momento, non sono ancora stati resi noti i prezzi di commercializzazione, dato che il loro sbarco nelle concessionarie è previsto solo per il Marzo 2017. Sino ad allora, quindi, restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti perché, tra i parabrezza smart di Samsung, e le altre novità in arrivo, nel prossimo anno, ne vedremo delle belle!
In particolare, durante un evento dedicato tenutosi durante l’ultima edizione dell’Eicma, l’azienda motoristica giapponese Yamaha ha annunciato che i nuovi scooter della serie bicilindrica TMAX (attiva dal 2001), ovvero i TMAX DX e TMAX SX, saranno i primi dotati di servizi smart grazie alla collaborazione dell’operatore britannico Vodafone.
Quest’ultimo, per parte sua, fornirà l’infrastruttura necessaria all’erogazione dei servizi telematici, grazie alla divisione Automotive, nata nel 2014 dall’acquisizione del Gruppo Cobra: in questo modo, sarà possibile controllare da remoto i veicoli, consultare ovunque ci si trovi i relativi dati telematici, e disporre di soluzioni assicurative tarate sull’effettivo uso del veicolo.
My TMAX Connect: l’app per controllare lo scooter Yamaha TMAX
Nella fattispecie dei TMAX DX ed SX, tramite l’applicazione “My TMAX Connect”, gli utenti centauri avranno la possibilità di controllare – in qualsiasi circostanza – i dati dello scooter, vendendo a sapere – ad esempio – lo stato di carica della batteria (o il livello del pieno). Oltre a ciò, sarà anche possibile localizzare il proprio scooter: circostanza, questa, molto utile nel caso si sia lasciato il veicolo nell’immenso parcheggio di un centro commerciale, o se ne sia subito il furto. Sempre con finalità di recupero e/o localizzazione, l’app “My TMAX Connect” permetterà anche l’attivazione – in remoto – delle frecce di emergenza, e del clacson di bordo.
Come è facile intuire, uno dei maggiori campi d’applicazione di questa joint venture Yamaha-Vodafone sarà quello della protezione degli scooter dai furti: gli scooter annunciati, infatti, potranno disporre di un vero e proprio “scudo protettivo” rappresentato da una serie di centrali molto diffuse ai quali i veicoli, allontanati dalla loro posizione di partenza, andranno a comunicare la loro localizzazione GPS. Dati che, chiaramente, torneranno utili alle forze dell’ordine per procedere al recupero – nel minor tempo possibile – del veicolo sottratto.
In merito alla commercializzazione degli scooter TMAX DX e TMAX SX, i primi motocicli Yamaha davvero connessi grazie a Vodafone, per il momento, non sono ancora stati resi noti i prezzi di commercializzazione, dato che il loro sbarco nelle concessionarie è previsto solo per il Marzo 2017. Sino ad allora, quindi, restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti perché, tra i parabrezza smart di Samsung, e le altre novità in arrivo, nel prossimo anno, ne vedremo delle belle!
Opel Mokka X: il crossover compatto, tecnologico e sicuro
Nel suo variegato listino, la Opel annovera diversi suv e crossover ma, tra questi, quello che più soddisfazioni ha regalato alla nota casa automobilistica di Rüsselsheim è stato senz’altro il crossover compatto Mokka che, dalla sua nascita (nel lontano 2012), ha conseguito un notevole (600.000 esemplari distribuiti) successo di vendita. Finalmente, per Mokka, arriva il tempo di una “registratina” che ha portato in dote, col nuovo modello, non solo la X nel nome! Opel Mokka X, nuova emanazione del crossover compatto teutonico, presenta – innanzitutto – un leggero restyling generale: anche se il muso è sempre pronunciato, la silhouette – nei suoi costanti 428 cm di lunghezza – è più aerodinamica. I fari anteriori diventano FullLED con gestione smart: l’AI di bordo regola l’illuminazione a seconda che si sia in un contesto urbano o fuori porta e, nell’accorgersi di un veicolo che sta per incrociarci, disabilita quella porzione di illuminazione responsabile di possibili abbagliamenti. Anche all’interno, spiccano – evidenti – i segni del rinnovamento: i sedili ergonomici AGR sono molto comodi e la plancia, sposando la filosofia della Opel Astra, è più ordinata, con meno pulsanti simili l’uno all’altro, ed un più coerente raggruppamento dei medesimi (comunque di meno, grazie all’infotainment touch).
Anche all’inteOpel Mokka X: le motorizzazioni
A livello motoristico, assieme ai modelli a trazione anteriore, in questa Mokka X troviamo anche i 4×4 con trazione integrale on demand: in genere, è una risparmiosa trazione anteriore visto che, in condizioni normali, la coppia viene trasferita totalmente all’asse davanti. Tuttavia, quando ci si muove su terreni difficili, il 50% della coppia viene distribuito anche alle due ruote di dietro, realizzando una più rassicurante trazione integrale.rno, spiccano – evidenti – i segni del rinnovamento: i sedili ergonomici AGR sono molto comodi e la plancia, sposando la filosofia della Opel Astra, è più ordinata, con meno pulsanti simili l’uno all’altro, ed un più coerente raggruppamento dei medesimi (comunque di meno, grazie all’infotainment touch).
Gli allestimenti prevedono sia il cambio manuale a 6 rapporti, che distribuisce la potenza in modo fluido, che il cambio automatico: solo sulla variante 1.4 turbo benzina da 152 CV, però, troviamo sia l’integrale che il cambio automatico. Come propulsione, poi, la Mokka X ha 3 varianti a benzina (1.4 turbo benzina da 140 CV o 152 CV, e 1.6 litri da 115 CV) e due diesel (1.6 litri, da 110 o 136 CV). Opzionalmente, sul 140 CV a benzina, è montabile il GPL.
Opel Mokka X: equipaggiamenti e dotazioni
Ovviamente, alla potenza, è stata affiancata anche tanta sicurezza di guida. Dei nuovi fari FullLED smart abbiamo già detto, ma un ulteriore contributo – in tal senso – si ricava anche dalla seduta, più alta, e dall’assetto, più rigido, che garantiscono una miglior aderenza su strada (aspetto, però, che si paga sui terreni più tribolati). L’elettronica di bordo, inoltre, supporta la partenza assistita in salita, e la regolazione automatica della velocità sulle forti discese: il tutto, grazie al cruise control ed allo stability program, contribuisce a mantenere traiettorie sempre stabili e poco “nervose”. Nel caso non si fosse ancora appagati, il pacchetto “OpenEye” regalerà anche il sistema di anti-collisione e l’alert per il superamento di corsia.
Trattandosi di un veicolo moderno, la componente smart è di serie. L’infotainment IntelliLink, da 7 o 8 pollici, sulla plancia, riassume – in un’interfaccia molto semplice – gran parte dei comandi e consente l’accesso a diverse funzioni utili (come il controllo della pressione degli pneumatici). Il join con lo smartphone, via Bluetooth, è possibile sia con device Android che iOS ed abilita, su questi, i comandi vocali: anche sulla Mokka X, come in molti altri veicoli Opel, è presente OnStar che non solo invia richieste di aiuto 24h/7, in modo automatico o manuale, ma si occupa anche di indicarci la corretta destinazione senza sovrapposizioni da parte del navigatore.
Opel Mokka X: listino prezzi
Opel Mokka X è già acquistabile con prezzi che, pur arrivando a 30 mila euro per l’allestimento Innovation applicato alla 1.6 CDTI 4×4, partono – comunque – dalla ragionevole cifra di 19.750 euro, scontata di 2800 euro (quindi, 16.900 euro) per il periodo di lancio in corso.
Anche all’inteOpel Mokka X: le motorizzazioni
A livello motoristico, assieme ai modelli a trazione anteriore, in questa Mokka X troviamo anche i 4×4 con trazione integrale on demand: in genere, è una risparmiosa trazione anteriore visto che, in condizioni normali, la coppia viene trasferita totalmente all’asse davanti. Tuttavia, quando ci si muove su terreni difficili, il 50% della coppia viene distribuito anche alle due ruote di dietro, realizzando una più rassicurante trazione integrale.rno, spiccano – evidenti – i segni del rinnovamento: i sedili ergonomici AGR sono molto comodi e la plancia, sposando la filosofia della Opel Astra, è più ordinata, con meno pulsanti simili l’uno all’altro, ed un più coerente raggruppamento dei medesimi (comunque di meno, grazie all’infotainment touch).
Gli allestimenti prevedono sia il cambio manuale a 6 rapporti, che distribuisce la potenza in modo fluido, che il cambio automatico: solo sulla variante 1.4 turbo benzina da 152 CV, però, troviamo sia l’integrale che il cambio automatico. Come propulsione, poi, la Mokka X ha 3 varianti a benzina (1.4 turbo benzina da 140 CV o 152 CV, e 1.6 litri da 115 CV) e due diesel (1.6 litri, da 110 o 136 CV). Opzionalmente, sul 140 CV a benzina, è montabile il GPL.
Opel Mokka X: equipaggiamenti e dotazioni
Ovviamente, alla potenza, è stata affiancata anche tanta sicurezza di guida. Dei nuovi fari FullLED smart abbiamo già detto, ma un ulteriore contributo – in tal senso – si ricava anche dalla seduta, più alta, e dall’assetto, più rigido, che garantiscono una miglior aderenza su strada (aspetto, però, che si paga sui terreni più tribolati). L’elettronica di bordo, inoltre, supporta la partenza assistita in salita, e la regolazione automatica della velocità sulle forti discese: il tutto, grazie al cruise control ed allo stability program, contribuisce a mantenere traiettorie sempre stabili e poco “nervose”. Nel caso non si fosse ancora appagati, il pacchetto “OpenEye” regalerà anche il sistema di anti-collisione e l’alert per il superamento di corsia.
Trattandosi di un veicolo moderno, la componente smart è di serie. L’infotainment IntelliLink, da 7 o 8 pollici, sulla plancia, riassume – in un’interfaccia molto semplice – gran parte dei comandi e consente l’accesso a diverse funzioni utili (come il controllo della pressione degli pneumatici). Il join con lo smartphone, via Bluetooth, è possibile sia con device Android che iOS ed abilita, su questi, i comandi vocali: anche sulla Mokka X, come in molti altri veicoli Opel, è presente OnStar che non solo invia richieste di aiuto 24h/7, in modo automatico o manuale, ma si occupa anche di indicarci la corretta destinazione senza sovrapposizioni da parte del navigatore.
Opel Mokka X: listino prezzi
Opel Mokka X è già acquistabile con prezzi che, pur arrivando a 30 mila euro per l’allestimento Innovation applicato alla 1.6 CDTI 4×4, partono – comunque – dalla ragionevole cifra di 19.750 euro, scontata di 2800 euro (quindi, 16.900 euro) per il periodo di lancio in corso.
mercoledì 23 novembre 2016
Nuove Aprilia Tuono V4 1100 RR e Factory
Aprilia Tuono V4 1100 è l’ultima evoluzione delle naked sportive nate nel 2002 dalla intuizione Aprilia di spogliare e dotare di manubrio alto la superbike di punta (allora si trattava della bicilindrica RSV mille). La dinastia è continuata negli anni e nel 2013 è nata la Aprilia Tuono V4 R ABS, che ha proposto le novità già introdotte con successo sulla seconda generazione di RSV4, come il motore dalle maggiori prestazioni (170 CV), l’APRC rivisto nelle calibrazioni e un sistema antibloccaggio Race ABS adatto anche a sopportare le sollecitazioni estreme della pista. Il know-how acquisito in anni di competizioni ai massimi livelli e l’esperienza permettono oggi alla casa di Noale di presentare la nuova Aprilia Tuono V4 1100.
Aprilia Tuono V4 1100: due versioni, stesso spirito
Aprilia Tuono V4 diventa una famiglia di motociclette costituita da due modelli distinti nell’allestimento. Alla Aprilia Tuono V4 1100 RR, la vera erede della precedente naked V4 di Aprilia, si affianca una versione dalla dotazione di serie esclusiva: Tuono V4 1100 Factory, dedicata a un pubblico più esigente e dotata di componentistica in gran parte derivata direttamente dalla nuova superbike Aprilia RSV4 RF.
La nuova gamma naked di Aprilia propone motociclette divertenti, ma ora anche più comode, protettive e soddisfacenti nell’utilizzo stradale. Oltre a ricevere molti degli importanti aggiornamenti appena introdotti sulla nuova RSV4, le Aprilia Tuono V4 1100 RR e Tuono V4 1100 Factory aggiungono un nuovo look grazie al cupolino più protettivo e dal migliore coefficiente di penetrazione aerodinamica. Cambia anche il relativo gruppo ottico, più leggero di 1,5 kg, dotato di una luce di posizione con tecnologia LED e forme più moderne meglio integrate con il design globale della moto.
La Aprilia Tuono V4 1100 Factory si distingue per il nuovo codino derivato da quello di RSV e la sella è resa più confortevole, anche rispetto alla sorella carenata, grazie al nuovo procedimento di realizzazione dello schiumato. Rimane la possibilità di ospitare il passeggero a bordo, montando la porzione di sella a lui dedicata. Grazie alla seduta abbassata di 15 mm e al manubrio di nuova conformazione, cambia l’ergonomia a bordo di entrambe le versioni Aprilia Tuono V4 1100, che diventano più comode e aumentano la sensazione di controllo da parte del pilota.
Prestazioni del motore V4
L’obiettivo principale delle modifiche apportate al motore della Aprilia Tuono V4 è di aumentare la coppia soprattutto ai regimi medio bassi, in modo da accrescere l’efficacia e il gusto di guida su strada. Per raggiungere tale obiettivo è stata elevata la cilindrata fino a 1077 cc effettivi, grazie al nuovo alesaggio dei cilindri che passa da 78 a 81 mm. L’aumento della cubatura ha permesso inoltre di ottenere prestazioni massime superiori e così il picco di potenza passa da 170 a 175 CV.
L’architettura a V stretta di 65° del quattro cilindri ha permesso la realizzazione di un motore con ingombro longitudinale ridotto, favorendo la centralizzazione delle masse e la realizzazione di una ciclistica compatta. Come in precedenza, il basamento è monoblocco in alluminio con canne cilindro integrali, per offrire il massimo della rigidezza e della costanza di rendimento. Il semibasamento superiore ora è realizzato con una nuova fusione in conchiglia ed è stato alleggerito e rinforzato; inoltre prevede un sistema di ventilazione ottimizzato, per ridurre le perdite di potenza dovute al pompaggio all’interno delle camere di manovella. L’albero motore, poi, ha ora perni di biella ridotti a 36 mm di diametro con un guadagno in peso di 0,45 Kg, e nuovi sono i pistoni e le bielle Pankl, più leggere di 400 grammi in totale.
La nuova e più potente centralina di controllo motore permette ora di gestire meglio le tre mappature, a ognuna delle quali corrisponde quindi una diversa erogazione della potenza del motore e ora anche una gestione del freno motore dedicata. Alle due classiche logiche di gestione motore Track e Sport, si aggiunge una mappatura Race, la più estrema e adatta all’utilizzo professionale della moto in circuito, con un controllo del freno motore ridotto al minimo per assecondare le frenate più secche.
Con V4-MP arriva la telemetria
Nel ricco catalogo di accessori dedicati ad Aprilia Tuono V4 1100, si aggiunge anche una nuova versione del Multimedia Platform, la piattaforma multimediale capace di connettere il veicolo allo smartphone e conseguentemente alla rete web. Grazie ad un ulteriore sviluppo di questo sistema messo a punto da Aprilia, la comunicazione tra veicolo e smartphone diventa attiva ed il pilota può dallo smartphone cambiare i settaggi della propria Tuono V4, oltre a ottenere suggerimenti in tempo reale su come migliorare la propria prestazione in circuito in tutta sicurezza.
Versioni e colori
La nuova gamma Aprilia Tuono V4 1100 comprende due modelli contraddistinti da un diverso allestimento tecnico e da differenti varianti cromatiche: Tuono V4 1100 RR è disponibile in due colorazioni, grigio Portimao e blu Donington, mentre la grafica Superpole di Tuono V4 1100 Factory recupera quello spirito della tradizione stilistica di Aprilia che prevede cromatismi accesi e molto distintivi.
Aprilia Tuono V4 1100: due versioni, stesso spirito
Aprilia Tuono V4 diventa una famiglia di motociclette costituita da due modelli distinti nell’allestimento. Alla Aprilia Tuono V4 1100 RR, la vera erede della precedente naked V4 di Aprilia, si affianca una versione dalla dotazione di serie esclusiva: Tuono V4 1100 Factory, dedicata a un pubblico più esigente e dotata di componentistica in gran parte derivata direttamente dalla nuova superbike Aprilia RSV4 RF.
La nuova gamma naked di Aprilia propone motociclette divertenti, ma ora anche più comode, protettive e soddisfacenti nell’utilizzo stradale. Oltre a ricevere molti degli importanti aggiornamenti appena introdotti sulla nuova RSV4, le Aprilia Tuono V4 1100 RR e Tuono V4 1100 Factory aggiungono un nuovo look grazie al cupolino più protettivo e dal migliore coefficiente di penetrazione aerodinamica. Cambia anche il relativo gruppo ottico, più leggero di 1,5 kg, dotato di una luce di posizione con tecnologia LED e forme più moderne meglio integrate con il design globale della moto.
La Aprilia Tuono V4 1100 Factory si distingue per il nuovo codino derivato da quello di RSV e la sella è resa più confortevole, anche rispetto alla sorella carenata, grazie al nuovo procedimento di realizzazione dello schiumato. Rimane la possibilità di ospitare il passeggero a bordo, montando la porzione di sella a lui dedicata. Grazie alla seduta abbassata di 15 mm e al manubrio di nuova conformazione, cambia l’ergonomia a bordo di entrambe le versioni Aprilia Tuono V4 1100, che diventano più comode e aumentano la sensazione di controllo da parte del pilota.
Prestazioni del motore V4
L’obiettivo principale delle modifiche apportate al motore della Aprilia Tuono V4 è di aumentare la coppia soprattutto ai regimi medio bassi, in modo da accrescere l’efficacia e il gusto di guida su strada. Per raggiungere tale obiettivo è stata elevata la cilindrata fino a 1077 cc effettivi, grazie al nuovo alesaggio dei cilindri che passa da 78 a 81 mm. L’aumento della cubatura ha permesso inoltre di ottenere prestazioni massime superiori e così il picco di potenza passa da 170 a 175 CV.
L’architettura a V stretta di 65° del quattro cilindri ha permesso la realizzazione di un motore con ingombro longitudinale ridotto, favorendo la centralizzazione delle masse e la realizzazione di una ciclistica compatta. Come in precedenza, il basamento è monoblocco in alluminio con canne cilindro integrali, per offrire il massimo della rigidezza e della costanza di rendimento. Il semibasamento superiore ora è realizzato con una nuova fusione in conchiglia ed è stato alleggerito e rinforzato; inoltre prevede un sistema di ventilazione ottimizzato, per ridurre le perdite di potenza dovute al pompaggio all’interno delle camere di manovella. L’albero motore, poi, ha ora perni di biella ridotti a 36 mm di diametro con un guadagno in peso di 0,45 Kg, e nuovi sono i pistoni e le bielle Pankl, più leggere di 400 grammi in totale.
La nuova e più potente centralina di controllo motore permette ora di gestire meglio le tre mappature, a ognuna delle quali corrisponde quindi una diversa erogazione della potenza del motore e ora anche una gestione del freno motore dedicata. Alle due classiche logiche di gestione motore Track e Sport, si aggiunge una mappatura Race, la più estrema e adatta all’utilizzo professionale della moto in circuito, con un controllo del freno motore ridotto al minimo per assecondare le frenate più secche.
Con V4-MP arriva la telemetria
Nel ricco catalogo di accessori dedicati ad Aprilia Tuono V4 1100, si aggiunge anche una nuova versione del Multimedia Platform, la piattaforma multimediale capace di connettere il veicolo allo smartphone e conseguentemente alla rete web. Grazie ad un ulteriore sviluppo di questo sistema messo a punto da Aprilia, la comunicazione tra veicolo e smartphone diventa attiva ed il pilota può dallo smartphone cambiare i settaggi della propria Tuono V4, oltre a ottenere suggerimenti in tempo reale su come migliorare la propria prestazione in circuito in tutta sicurezza.
Versioni e colori
La nuova gamma Aprilia Tuono V4 1100 comprende due modelli contraddistinti da un diverso allestimento tecnico e da differenti varianti cromatiche: Tuono V4 1100 RR è disponibile in due colorazioni, grigio Portimao e blu Donington, mentre la grafica Superpole di Tuono V4 1100 Factory recupera quello spirito della tradizione stilistica di Aprilia che prevede cromatismi accesi e molto distintivi.
HTC Desire 650, smartphone low cost per un pubblico "giovane"
Nei giorni scorsi, la taiwanese HTC è stata molto presa dall’evento col quale ha presentato il top di gamma HTC 10 Evo che altri non è che la versione, finalmente, internazionale dell’HTC Bolt annunciato poco prima solo per il mercato statunitense. A distanza di qualche giorno, Cher Wang – imprenditrice a capo del noto brand – ha rintuzzato la voci sulla crisi della divisione mobile della sua azienda a suon di fatti. Nello specifico, esibendo il nuovo smartphone di fascia medio bassa che HTC ha previsto per il mercato: il Desire 650. Del device in questione, invero, si parlava già a inizio Novembre quando, in diversi siti di benchmark, era apparso sotto il nome tecnico di “Desire A17”: tempo di mettere a punto gli ultimi dettagli a proposito del fratello top di gamma, ed è venuto il momento di presentarsi al pubblico anche per il più piccolo Desire 650.
L’HTC Desire 650 è uno smartphone dall’aspetto molto piacevole, frutto di uno spessore sottile (146,9 x 70,9 x 8.4 mm), e delle linee morbide del suo chassis: oltre a ciò, tra le virtù accreditate all’HTC Desire 650, figura anche un’ottima gestione con una mano sola, visto il suo esile peso di 140 grammi, e la particolare zigrinatura presente nella parte bassa della back cover. Il target di riferimento sembra essere quello dei giovani, sia per il look feel del device, che per alcune scelte stilistiche particolarmente carine: tra queste, in particolar modo, annoveriamo le finiture poste, nella back cover, a vivacizzare sia il tradizionale logo HTC, che la piccola ghiera che circonda la fotocamera posteriore. In ambito multimediale, l’HTC Desire 650 presenta un buon (294 PPI) display da 5 pollici con risoluzione HD (1280×720 pixel) e le classiche due fotocamere: quella frontale arriva a 5 megapixel, e quella posteriore – dotata di Flash LED – si spinge sino a 13 megapixel. L’audio dovrebbe essere positivo visto che, usando le cuffie nell’apposito jack da 3.5 mm, è possibile sfruttare il protocollo HTC BoomSound che garantisce una voce nitida, sia nelle chiamate che sulla Radio FM (o sui contenuti multimediali), e bassi molto profondi.
In termini di capacità elaborativa, l’HTC Desire 650 è implementato con un processore Qualcomm Snapdragon a quattro core – verosimilmente il 430 – che lavora in tandem con 2 GB di RAM e 16 GB (espandibili grazie alle microSD) di storage.
La connettività di serie prevede tutto quel che serve per poterne fruire in qualsiasi circostanza: troviamo il supporto a Wi-Fi, Bluetooth, 3G e 4G, oltre alla presenza del localizzatore GPS. Manca il sensore per le impronte ma, in compenso, è possibile avvalersi delle nuove modalità di pagamento contactless grazie al chip NFC. La batteria è da 2200 mAh ed il sistema operativo, infine, è Android Marshmallow 6.0 personalizzato con l’interfaccia proprietaria Sense 8.
HTC Desire 650 sbarcherà in commercio inizialmente a Taiwan dai primi di Dicembre ad un prezzo di 170 dollari che, al cambio attuale, corrisponderebbero – più o meno – a 160 euro.
L’HTC Desire 650 è uno smartphone dall’aspetto molto piacevole, frutto di uno spessore sottile (146,9 x 70,9 x 8.4 mm), e delle linee morbide del suo chassis: oltre a ciò, tra le virtù accreditate all’HTC Desire 650, figura anche un’ottima gestione con una mano sola, visto il suo esile peso di 140 grammi, e la particolare zigrinatura presente nella parte bassa della back cover. Il target di riferimento sembra essere quello dei giovani, sia per il look feel del device, che per alcune scelte stilistiche particolarmente carine: tra queste, in particolar modo, annoveriamo le finiture poste, nella back cover, a vivacizzare sia il tradizionale logo HTC, che la piccola ghiera che circonda la fotocamera posteriore. In ambito multimediale, l’HTC Desire 650 presenta un buon (294 PPI) display da 5 pollici con risoluzione HD (1280×720 pixel) e le classiche due fotocamere: quella frontale arriva a 5 megapixel, e quella posteriore – dotata di Flash LED – si spinge sino a 13 megapixel. L’audio dovrebbe essere positivo visto che, usando le cuffie nell’apposito jack da 3.5 mm, è possibile sfruttare il protocollo HTC BoomSound che garantisce una voce nitida, sia nelle chiamate che sulla Radio FM (o sui contenuti multimediali), e bassi molto profondi.
In termini di capacità elaborativa, l’HTC Desire 650 è implementato con un processore Qualcomm Snapdragon a quattro core – verosimilmente il 430 – che lavora in tandem con 2 GB di RAM e 16 GB (espandibili grazie alle microSD) di storage.
La connettività di serie prevede tutto quel che serve per poterne fruire in qualsiasi circostanza: troviamo il supporto a Wi-Fi, Bluetooth, 3G e 4G, oltre alla presenza del localizzatore GPS. Manca il sensore per le impronte ma, in compenso, è possibile avvalersi delle nuove modalità di pagamento contactless grazie al chip NFC. La batteria è da 2200 mAh ed il sistema operativo, infine, è Android Marshmallow 6.0 personalizzato con l’interfaccia proprietaria Sense 8.
HTC Desire 650 sbarcherà in commercio inizialmente a Taiwan dai primi di Dicembre ad un prezzo di 170 dollari che, al cambio attuale, corrisponderebbero – più o meno – a 160 euro.
È in arrivo Laura Xmas, ecco svelato il regalo della Pausini per i fan
Ancora pochi giorni e nei negozi di dischi arriverà una soffiata d’aria natalizia portata da Laura Pausini e dal suo nuovo album Laura Xmas, album che conterrà 12 classici brani natalizi cantati dalla voce femminile italiana più amata nel mondo, il disco uscirà infatti il prossimo 4 novembre.
La pubblicazione di un album di canti natalizi sta sempre più diventando un passo immancabile nella discografia di moltissimi artisti e negli ultimi anni questa necessità ha travolto anche gli artisti italiani (Mina, Andrea Bocelli ed Irene Grandi giusto per citarne alcuni).
Il pubblico sembra apprezzare questa scelta tanto che ogni anno molti di questi album tornano ad affollare le classifiche di vendita degli album più venduti nel periodo natalizio diventando dei veri e propri evergreeen. Quest’anno toccherà a Laura Pausini questo compito. L’artista ha dichiarato che con la pubblicazione di questo album realizza un sogno che rincorre da molti anni.
Bellissima la copertina dell’album che riporta fedelmente i colori del Natale, argento e rosso.L’album uscirà sia in versione Cd che Vinile, inoltre sarà disponibile in tutti gli store digitali ed in streaming su tutte le piattaforme. Facile immaginare che questo album diventerà uno dei best seller di questo 2016, sia in Italia che nel resto del mondo dove Laura Pausini è altrettanto amata, e che possa diventare un classico da rispolverare ogni anno, sempre pronto ad accompagnarci durante le giornate di festa. Prepariamoci all’ascolto, il Natale è sempre più vicino
Le tracce contenute nell’album sono 12, Laura si cimenta con brani cantati in lingua inglese (9 pezzi fra cui spiccano senza alcun dubbio “Happy Xmas – War is over”, “It’s beginning to look a lot like Christmas” e “Have yourself a merry Little Christmas”), due brani in spagnolo fra cui “Feliz Navidad” ed un solo brano cantato in lingua italiana ed in particolare “Astro del Ciel”.
La pubblicazione di un album di canti natalizi sta sempre più diventando un passo immancabile nella discografia di moltissimi artisti e negli ultimi anni questa necessità ha travolto anche gli artisti italiani (Mina, Andrea Bocelli ed Irene Grandi giusto per citarne alcuni).
Il pubblico sembra apprezzare questa scelta tanto che ogni anno molti di questi album tornano ad affollare le classifiche di vendita degli album più venduti nel periodo natalizio diventando dei veri e propri evergreeen. Quest’anno toccherà a Laura Pausini questo compito. L’artista ha dichiarato che con la pubblicazione di questo album realizza un sogno che rincorre da molti anni.
Bellissima la copertina dell’album che riporta fedelmente i colori del Natale, argento e rosso.L’album uscirà sia in versione Cd che Vinile, inoltre sarà disponibile in tutti gli store digitali ed in streaming su tutte le piattaforme. Facile immaginare che questo album diventerà uno dei best seller di questo 2016, sia in Italia che nel resto del mondo dove Laura Pausini è altrettanto amata, e che possa diventare un classico da rispolverare ogni anno, sempre pronto ad accompagnarci durante le giornate di festa. Prepariamoci all’ascolto, il Natale è sempre più vicino
Le tracce contenute nell’album sono 12, Laura si cimenta con brani cantati in lingua inglese (9 pezzi fra cui spiccano senza alcun dubbio “Happy Xmas – War is over”, “It’s beginning to look a lot like Christmas” e “Have yourself a merry Little Christmas”), due brani in spagnolo fra cui “Feliz Navidad” ed un solo brano cantato in lingua italiana ed in particolare “Astro del Ciel”.
Mini plumcake al cocco e cioccolato
Preparazione:
Iniziate a preparare i mini plumcake al cocco e cioccolato scaldando metà del latte e inserendo all’interno il cocco rapé da sciogliere o, in alternativa, i 50 grammi di farina di cocco. Quando avrà preso temperatura, miscelate bene e togliete dal fuoco aggiungendolo al latte freddo e lasciate intiepidire il tutto.
Nel frattempo in planetaria, o con fruste elettriche, montate bene le uova con lo zucchero e il pizzico di sale, finchè il composto diventa chiaro, spumoso e voluminoso. Aggiungete a filo il latte e cocco, mentre le fruste girano lentamente. Setacciate bene insieme la farina e il lievito, mescolate con i due cucchiai di cocco rapè e incorporare alla massa di uova e zucchero in più volte, mescolando lentamente dal basso verso l’alto. Unite anche le gocce di cioccolato e amalgamate bene.
Riscaldare il forno a 175°C. Versate il composto in uno stampo in silicone per mini plumcake – con questa dose ne verranno circa 10 o 12 – oppure in uno stampo unico da plumcake grande, precedentemente imburrato e infarinato. Infornate e cuocete per circa 13-15 minuti nel caso dei mini plum cake, 30-40 minuti nel caso dello stampo unico. Effettuate la prova stecchino prima di estrarre dal forno.
Lasciate raffreddare e intanto sciogliete nel microonde o a bagnomaria il cioccolato, poi spennellate con un pennello da cucina la superficie dei plumcake e decorate con cocco rapè prima che il cioccolato sia solidificato. Lasciate raffreddare completamente.
In alternativa potete preparare un plumcake allo yogurt o un plumcake al cioccolato.
Iniziate a preparare i mini plumcake al cocco e cioccolato scaldando metà del latte e inserendo all’interno il cocco rapé da sciogliere o, in alternativa, i 50 grammi di farina di cocco. Quando avrà preso temperatura, miscelate bene e togliete dal fuoco aggiungendolo al latte freddo e lasciate intiepidire il tutto.
Nel frattempo in planetaria, o con fruste elettriche, montate bene le uova con lo zucchero e il pizzico di sale, finchè il composto diventa chiaro, spumoso e voluminoso. Aggiungete a filo il latte e cocco, mentre le fruste girano lentamente. Setacciate bene insieme la farina e il lievito, mescolate con i due cucchiai di cocco rapè e incorporare alla massa di uova e zucchero in più volte, mescolando lentamente dal basso verso l’alto. Unite anche le gocce di cioccolato e amalgamate bene.
Riscaldare il forno a 175°C. Versate il composto in uno stampo in silicone per mini plumcake – con questa dose ne verranno circa 10 o 12 – oppure in uno stampo unico da plumcake grande, precedentemente imburrato e infarinato. Infornate e cuocete per circa 13-15 minuti nel caso dei mini plum cake, 30-40 minuti nel caso dello stampo unico. Effettuate la prova stecchino prima di estrarre dal forno.
Lasciate raffreddare e intanto sciogliete nel microonde o a bagnomaria il cioccolato, poi spennellate con un pennello da cucina la superficie dei plumcake e decorate con cocco rapè prima che il cioccolato sia solidificato. Lasciate raffreddare completamente.
In alternativa potete preparare un plumcake allo yogurt o un plumcake al cioccolato.
martedì 22 novembre 2016
Nuova Citroen C3: grazie ad Amazon puoi provarla subito a casa tua
È stata mostrata ufficialmente al Salone di Parigi 2016, la nuova generazione di Citroen C3, e la casa costruttrice francese ha trovato modi innovativi per promuoverla.
Dopo aver costruito una serie particolare in edizione limitata che si può acquistare soltanto online, la Facebook-Only Limited Edition, Citroen in collaborazione con Amazon offre un modo originale per prenotare un test drive a casa propria, anticipando così le concessionarie. La promozione in corso è riservata agli abbonati ad Amazon Prime. La Citroen negli ultimi tempi dimostra di avere una considerevole creatività, sia per quanto riguarda gli equipaggiamenti tecnologici dei nuovi modelli, che per quanto riguarda le strategie di vendita dove scopriamo manovre commerciali che fanno centro. L’ultima è la conseguenza di una collaborazione con il colosso degli acquisti online Amazon che offre ai suoi clienti Prime, quindi, non soltanto di ritirare i prodotti comperati nel sito con consegne molto veloci ma adesso anche di fissare un test drive senza intermediari a casa propria.
Fino al 15 novembre per mezzo dell’applicazione Amazon Prime Now, gli italiani residenti a Milano o anche nelle vicinanze potranno prenotare un test drive della nuova Citroen C3 direttamente nella propria abitazione in un orario stabilito. Sarà poi compito di un addetto di Citroen Italia raggiungere l’abitazione del cliente per fargli provare l’utilitaria francese e presentarla in tutte le sue qualità.
Successivamente, dal 16 al 29 novembre questo servizio sarà esteso a tutti i clienti Amazon.it. In quei giorni sarà sufficiente perciò essere iscritti al sito internet d’acquisti online per prenotare una prova della nuova Citroen C3 nel più vicino rivenditore.
Dopo aver costruito una serie particolare in edizione limitata che si può acquistare soltanto online, la Facebook-Only Limited Edition, Citroen in collaborazione con Amazon offre un modo originale per prenotare un test drive a casa propria, anticipando così le concessionarie. La promozione in corso è riservata agli abbonati ad Amazon Prime. La Citroen negli ultimi tempi dimostra di avere una considerevole creatività, sia per quanto riguarda gli equipaggiamenti tecnologici dei nuovi modelli, che per quanto riguarda le strategie di vendita dove scopriamo manovre commerciali che fanno centro. L’ultima è la conseguenza di una collaborazione con il colosso degli acquisti online Amazon che offre ai suoi clienti Prime, quindi, non soltanto di ritirare i prodotti comperati nel sito con consegne molto veloci ma adesso anche di fissare un test drive senza intermediari a casa propria.
Fino al 15 novembre per mezzo dell’applicazione Amazon Prime Now, gli italiani residenti a Milano o anche nelle vicinanze potranno prenotare un test drive della nuova Citroen C3 direttamente nella propria abitazione in un orario stabilito. Sarà poi compito di un addetto di Citroen Italia raggiungere l’abitazione del cliente per fargli provare l’utilitaria francese e presentarla in tutte le sue qualità.
Successivamente, dal 16 al 29 novembre questo servizio sarà esteso a tutti i clienti Amazon.it. In quei giorni sarà sufficiente perciò essere iscritti al sito internet d’acquisti online per prenotare una prova della nuova Citroen C3 nel più vicino rivenditore.
Attenti agli inviti per l’attivazione delle videochiamate su WhatsApp
Una manciata di giorni fa, era il 15 Novembre, WhatsApp annunciò lo sbarco definitivo delle videochiamate in tutte le sue versioni applicative. Unico neo: il dover pazientare qualche giorno per l’attivazione – da remoto – della funzionalità in questione: nulla di male. Peccato che, proprio approfittando di quest’attesa, si siano messi all’opera dei pericolosi criminali online che, in queste ore, stanno facendo incetta delle…nostre carte di credito!
Come accennato, dopo mesi di test, WhatsApp ha introdotto ufficialmente le videochiamate – molto semplici ad usarsi – nelle versioni della sua piattaforma destinate ad Android, iOS, e Windows Mobile. Per potersi avvalere della nuova funzionalità, più che scaricare l’ultima versione di Android, bisognerà munirsi di pazienza dacché l’attivazione di tal feature scatterà da remoto, e con una certa progressività. Come spesso avviene in questi casi, naturalmente, l’impazienza (anche) da parte degli utenti whatsuappiani è davvero tanta e gli hacker, ben sapendo tutto ciò, hanno deciso di approfittarne. Alcuni utenti, infatti, hanno segnalato – proprio in queste ore – di aver ricevuto dei messaggi, su WhatsApp, nei quali li si avvisa che, finalmente, anche per loro è possibile attivare la funzione delle videochiamate: basterà esser muniti di un device iOS, Windows Phone, Android, Blackberry, e tippare su un pulsante. Il tutto in una grafica, e con riferimenti, che ricorda molto da vicino il layout del sito istituzionale del noto messenger in questione: questo, oltre all’impazienza di cui sopra, ha portato diversi utenti a cliccare ed a finire nella trappola. A click avvenuto, infatti, si viene portati i siti “civetta” molto simili a quelli di marchi famosi, nei quali – in sostanza – verrebbero venduti a prezzi stracciati importanti modelli della telefonia attuale. Peccato che, pagando, non solo non si avrà nulla in cambio ma, oltre a ciò, si perderanno le credenziali della propria parte di credito che, da lì a poco, verrà del tutto svuotata. Quando, forse, sarà troppo tardi per fare qualcosa. Per questo motivo, nel caso abbiate ricevuto un messaggio di tal fatta, è bene cancellarlo immediatamente senza cimentarsi in click azzardati: WhatsApp utilizza solo il suo blog ufficiale, o i suoi account social istituzionali, per accennare o annunciare test e rilasci di novità. Proprio come una banca non vi manderebbe mai una mail per ottenere le vosrtre credenziali finanzierie, parimenti un’azienda importante come WhatsApp non vi chiederebbe mai un click per attivarvi una feature.
Come accennato, dopo mesi di test, WhatsApp ha introdotto ufficialmente le videochiamate – molto semplici ad usarsi – nelle versioni della sua piattaforma destinate ad Android, iOS, e Windows Mobile. Per potersi avvalere della nuova funzionalità, più che scaricare l’ultima versione di Android, bisognerà munirsi di pazienza dacché l’attivazione di tal feature scatterà da remoto, e con una certa progressività. Come spesso avviene in questi casi, naturalmente, l’impazienza (anche) da parte degli utenti whatsuappiani è davvero tanta e gli hacker, ben sapendo tutto ciò, hanno deciso di approfittarne. Alcuni utenti, infatti, hanno segnalato – proprio in queste ore – di aver ricevuto dei messaggi, su WhatsApp, nei quali li si avvisa che, finalmente, anche per loro è possibile attivare la funzione delle videochiamate: basterà esser muniti di un device iOS, Windows Phone, Android, Blackberry, e tippare su un pulsante. Il tutto in una grafica, e con riferimenti, che ricorda molto da vicino il layout del sito istituzionale del noto messenger in questione: questo, oltre all’impazienza di cui sopra, ha portato diversi utenti a cliccare ed a finire nella trappola. A click avvenuto, infatti, si viene portati i siti “civetta” molto simili a quelli di marchi famosi, nei quali – in sostanza – verrebbero venduti a prezzi stracciati importanti modelli della telefonia attuale. Peccato che, pagando, non solo non si avrà nulla in cambio ma, oltre a ciò, si perderanno le credenziali della propria parte di credito che, da lì a poco, verrà del tutto svuotata. Quando, forse, sarà troppo tardi per fare qualcosa. Per questo motivo, nel caso abbiate ricevuto un messaggio di tal fatta, è bene cancellarlo immediatamente senza cimentarsi in click azzardati: WhatsApp utilizza solo il suo blog ufficiale, o i suoi account social istituzionali, per accennare o annunciare test e rilasci di novità. Proprio come una banca non vi manderebbe mai una mail per ottenere le vosrtre credenziali finanzierie, parimenti un’azienda importante come WhatsApp non vi chiederebbe mai un click per attivarvi una feature.
Come integrare i Bot anche in Whatsapp, grazie a qeuBot
Whatsapp, nelle ultime settimane, sta compiendo passi da gigante nel colmare il gap funzionale che la separa da Telegram: l’arrivo delle videochiamate, sul più celebre messenger al mondo, è un ottimo viatico in tal senso, ed anche l’autenticazione a due fattori, annunciata a Luglio, potrebbe non esser più molto lontana (essendo stata avvistata nel codice dell’ultima beta – la 2.16.280 – per Windows Mobile). Quello che ancora manca, ad oggi, in Whatsapp, sono i bot che consentono di ricevere diverse informazioni senza la necessità di uscire dall’app in questione: per fortuna, una soluzione – a tal proposito – c’è e si chiama qeuBot. qeuBot è un’applicazione freemium per Android che, nel abilitare i bot su Whatsapp, non richiede né il root del dispositivo, né l’inserimento in rubrica di un numero estraneo, nè l’utilizzo di misteriose API: in tal senso, tale applicazione non viola nemmeno la policy d’uso di Whatsapp e, quindi, si può stare tranquilli circa l’eventualità che Whatsapp applichi il ban al proprio account. Una volta installata, qeuBot richiede solo i permessi di accessibilità e – grazie a questi – permette di visualizzare, all’interno di qualsiasi chat, diversi tipi di informazione: si va dalla richiesta di visualizzare particolari foto o GIF, a quella di ottenere la trama di un film, una definizione da Whatsapp, o le previsioni e/o lo stato del meteo. Con qeuBot è, persino, possibile eseguire dei calcoli – in una chat attiva – o richiedere la visualizzazione di news attinenti ad un dato argomento. La facilità d’uso di qeuBot, oltre alla sua versatilità, è un’altra arma a suo favore: per abilitare le risposte del Bot, sarà sufficiente digitare una parola o stringa chiave e, in seguito, preceduto dalla chiocciolina, includere un dato comando (es. @calc per i calcoli, @weather per il meteo, @wiki per le definizioni wikipediche, @news per le notizie etc). In ogni caso, aprendo l’app, una pratica schermata in stile tutorial fornirà un rapido ripasso di tutti i comandi disponibili.
Dulcis in fundo, qeuBot è anche molto leggera. Di suo, pesa solo 2 MB: lasciata in background, non impegna più di 5-10 MB di memoria, mentre – nei compiti più impegnativi e, quindi, a pieno regime – 20-25 MB è il massimo che potrà chiedere alla vostra RAM.
Tuttavia, note dolenti, non tutte le sue funzionalità sono gratuite (la ricerca delle GIF, o delle news, a chat aperta, richiede la spesa una tantum di 1.69 euro) e, inoltre, perché funzioni, occorre lasciare Whatsapp in primo piano.
Dulcis in fundo, qeuBot è anche molto leggera. Di suo, pesa solo 2 MB: lasciata in background, non impegna più di 5-10 MB di memoria, mentre – nei compiti più impegnativi e, quindi, a pieno regime – 20-25 MB è il massimo che potrà chiedere alla vostra RAM.
Tuttavia, note dolenti, non tutte le sue funzionalità sono gratuite (la ricerca delle GIF, o delle news, a chat aperta, richiede la spesa una tantum di 1.69 euro) e, inoltre, perché funzioni, occorre lasciare Whatsapp in primo piano.
Tiziano Ferro, il video di "Potremmo ritornare" ora disponibile online
Dalle ore 14 di oggi – come comunicato dal TG2 – sarà disponibile online sul web il video del brano “Potremmo ritornare”, canzone che fa parte dell’album di Tiziano Ferro, “Il mestiere della vita“, la cui data di uscita ufficiale è prevista per il 2 dicembre prossimo.
Un’anticipazione sicuramente molto gradita, specialmente da chi aveva già visto il backstage del video di “Potremmo ritornare”, dove il bianco si contrappone al nero in un gioco di contrasti visivi e sonori, che rimandano inevitabilmente anche e soprattutto al contenuto della canzone, tutto anticipato in esclusiva per il TG2. Il canto di un amore rincorso, cercato, trovato e poi mai corrisposto; questo è “Potremmo ritornare”, parole che hanno tutto il sapore di una poesia, che diventa arte canora grazie alla vibrante e calda voce di Tiziano Ferro, considerato il vero ed unico fenomeno della musica italiana che con il precedente album aveva venduto più di trecentocinquanta mila copie, mentre sono più di dieci milioni le copie di suoi dischi vendute in tutto il mondo. Successo chiama successo: questo è quello che già dicono i tanti rumors e i commenti che si leggono nelle pagine ufficiali dell’artista sui principali social network. Migliaia sono i fan che hanno già prenotato il biglietto per le varie tappe del tour di Tiziano Ferro, che inizierà a partire dall’11 giugno del 2017 e che vede numerose date nelle principali località italiane.
Nell’attesa di conoscere i 22 inediti del prossimo disco, non ci rimane che rispolverare i vecchi album dell’artista che oltre ai suoi recenti “Best of”, ci ha regalato emozioni uniche e straordinarie grazie a canzoni come, tra le altre, anche “Il regalo più grande”. Brani in cui il cantante ha valicato la dicotomia tra amore e odio, bene e male, cercando di riportare l’armonia, l’amore, la serenità, il rispetto tra i sentimenti più intimi della nostra anima, ma soprattuto facendoli diventare forse, le cose più importanti da cercare nel nostro vivere quotidiano.
Un’anticipazione sicuramente molto gradita, specialmente da chi aveva già visto il backstage del video di “Potremmo ritornare”, dove il bianco si contrappone al nero in un gioco di contrasti visivi e sonori, che rimandano inevitabilmente anche e soprattutto al contenuto della canzone, tutto anticipato in esclusiva per il TG2. Il canto di un amore rincorso, cercato, trovato e poi mai corrisposto; questo è “Potremmo ritornare”, parole che hanno tutto il sapore di una poesia, che diventa arte canora grazie alla vibrante e calda voce di Tiziano Ferro, considerato il vero ed unico fenomeno della musica italiana che con il precedente album aveva venduto più di trecentocinquanta mila copie, mentre sono più di dieci milioni le copie di suoi dischi vendute in tutto il mondo. Successo chiama successo: questo è quello che già dicono i tanti rumors e i commenti che si leggono nelle pagine ufficiali dell’artista sui principali social network. Migliaia sono i fan che hanno già prenotato il biglietto per le varie tappe del tour di Tiziano Ferro, che inizierà a partire dall’11 giugno del 2017 e che vede numerose date nelle principali località italiane.
Nell’attesa di conoscere i 22 inediti del prossimo disco, non ci rimane che rispolverare i vecchi album dell’artista che oltre ai suoi recenti “Best of”, ci ha regalato emozioni uniche e straordinarie grazie a canzoni come, tra le altre, anche “Il regalo più grande”. Brani in cui il cantante ha valicato la dicotomia tra amore e odio, bene e male, cercando di riportare l’armonia, l’amore, la serenità, il rispetto tra i sentimenti più intimi della nostra anima, ma soprattuto facendoli diventare forse, le cose più importanti da cercare nel nostro vivere quotidiano.
Biscotti cocco e Nutella
Preparazione:
Per iniziare la preparazione dei biscotti cocco e nutella bisogna partire dalla realizzazione della pasta frolla al cocco.
Disponete su una spianatoia la farina a fontana, fate un buco al centro e unite uno per volta tutti gli altri ingredienti: lo zucchero, il burro freddo da frigo tagliato a pezzettini, la farina di cocco, la vanillina e l’albume. Cominciate a lavorare il composto partendo dal centro e andando via via verso l’esterno. Dovrete ottenere un panetto liscio ed omogeneo: ci vorranno all’incirca 10 minuti. Accendete il forno in modalità ventilata a 200°C e preparate la leccarda rivestendola con un foglio di carta da forno. Occupatevi quindi della relizzazione dei biscotti. Prelevate una piccola porzione d’impasto, formate una pallina e roteatela nello zucchero, quindi adagiatela sulla teglia e fate una pressione al centro con il pollice: in questo modo otterrete la forma del biscotto e formerete già la conca dove successivamente andrà disposta la Nutella. Continuate allo stesso modo fino a terminare l’impasto. Infornate per 10/15 minuti o comunque finchè il biscotto non avrà assunto un bel colore ambrato. Sfornate i biscotti e fateli raffreddare bene. Con l’aiuto di una sac à poche riempite ciascuna conca con la Nutella e decorate infine con un po’ di cocco rapé.
In alternativa potete preparare dei biscotti al cioccolato o dei biscotti cocco e cioccolato bianco.
Per iniziare la preparazione dei biscotti cocco e nutella bisogna partire dalla realizzazione della pasta frolla al cocco.
Disponete su una spianatoia la farina a fontana, fate un buco al centro e unite uno per volta tutti gli altri ingredienti: lo zucchero, il burro freddo da frigo tagliato a pezzettini, la farina di cocco, la vanillina e l’albume. Cominciate a lavorare il composto partendo dal centro e andando via via verso l’esterno. Dovrete ottenere un panetto liscio ed omogeneo: ci vorranno all’incirca 10 minuti. Accendete il forno in modalità ventilata a 200°C e preparate la leccarda rivestendola con un foglio di carta da forno. Occupatevi quindi della relizzazione dei biscotti. Prelevate una piccola porzione d’impasto, formate una pallina e roteatela nello zucchero, quindi adagiatela sulla teglia e fate una pressione al centro con il pollice: in questo modo otterrete la forma del biscotto e formerete già la conca dove successivamente andrà disposta la Nutella. Continuate allo stesso modo fino a terminare l’impasto. Infornate per 10/15 minuti o comunque finchè il biscotto non avrà assunto un bel colore ambrato. Sfornate i biscotti e fateli raffreddare bene. Con l’aiuto di una sac à poche riempite ciascuna conca con la Nutella e decorate infine con un po’ di cocco rapé.
In alternativa potete preparare dei biscotti al cioccolato o dei biscotti cocco e cioccolato bianco.
lunedì 21 novembre 2016
Mina e Celentano: nuovo album in coppia e tre serate su Rai1
Il tanto atteso momento dell’uscita del nuovo album di duetti di Mina e Adriano Celentano è giunto. E’ arrivato in tutti i negozi e negli store online l’album Le Migliori con il quale la coppia di giganti della musica italiana tenta di bissare il successo ottenuto 18 anni fa con il loro primo album in coppia MinaCelentano.
12 i brani in totale, 9 duetti inediti, 2 inediti cantati singolarmente ed un remix della storica hit del molleggiato, Prisencolinensinainciusol, realizzata dal dj italiano più famoso al mondo, Benny Benassi (che ha anche lavorato con Madonna alla lavorazione del suo penultimo album di inediti MDNA). Tanti gli autori che hanno firmato e composto i brani: Francesco Gabbani, Toto Cutugno, Andrea Mingardi, Mondo Marcio ed altri nomi meno noti ma validi ugualmente. Per questo album Mina e Adriano Celentano hanno selezionato tantissimi brani e scelto soltanto quelli che li hanno convinti e divertiti totalmente, così hanno dichiarato Claudia Mori (moglie di Adriano) e Massimiliano Pani (figlio di Mina) durante la conferenza stampa di presentazione dell’album.
Durante la conferenza stampa sono venuti fuori dei dettagli sullo show che sarà trasmesso su Rai1 il prossimo 12 dicembre. Come già noto nè Mina nè Celentano saranno fisicamente presenti, non si tratterà di uno show di prima serata ma di un appuntamento di circa un ora (dalle 20.30 alle 21.30). Unica certezza emersa è la presenza di Geppi Cucciari (non si sa ancora quale sarà il suo ruolo). Smentita invece categoricamente la presenza di Checco Zalone. Altra notizia succulenta è quella di due ulteriori serate su Rai 1 in onda nei due sabati successivi alla finale del Festival di Sanremo (18 e 25 febbraio 2017). In questo caso si parla di show in diretta in prima serata. Nessuna informazione sui contenuti e sui protagonisti. Ultima chicca, anche questa molto succulenta, riguarda l’esistenza di due brani già pronti incisi dalla coppia che verranno pubblicati il prossimo anno in un ulteriore progetto discografico. Per i tantissimi fan di Mina e Adriano Celentano si prospettano ancora periodi di attesa in vista dei tanti progetti annunciati. Intanto però possiamo goderci l’ascolto delle canzoni contenute in Le migliori.
12 i brani in totale, 9 duetti inediti, 2 inediti cantati singolarmente ed un remix della storica hit del molleggiato, Prisencolinensinainciusol, realizzata dal dj italiano più famoso al mondo, Benny Benassi (che ha anche lavorato con Madonna alla lavorazione del suo penultimo album di inediti MDNA). Tanti gli autori che hanno firmato e composto i brani: Francesco Gabbani, Toto Cutugno, Andrea Mingardi, Mondo Marcio ed altri nomi meno noti ma validi ugualmente. Per questo album Mina e Adriano Celentano hanno selezionato tantissimi brani e scelto soltanto quelli che li hanno convinti e divertiti totalmente, così hanno dichiarato Claudia Mori (moglie di Adriano) e Massimiliano Pani (figlio di Mina) durante la conferenza stampa di presentazione dell’album.
Durante la conferenza stampa sono venuti fuori dei dettagli sullo show che sarà trasmesso su Rai1 il prossimo 12 dicembre. Come già noto nè Mina nè Celentano saranno fisicamente presenti, non si tratterà di uno show di prima serata ma di un appuntamento di circa un ora (dalle 20.30 alle 21.30). Unica certezza emersa è la presenza di Geppi Cucciari (non si sa ancora quale sarà il suo ruolo). Smentita invece categoricamente la presenza di Checco Zalone. Altra notizia succulenta è quella di due ulteriori serate su Rai 1 in onda nei due sabati successivi alla finale del Festival di Sanremo (18 e 25 febbraio 2017). In questo caso si parla di show in diretta in prima serata. Nessuna informazione sui contenuti e sui protagonisti. Ultima chicca, anche questa molto succulenta, riguarda l’esistenza di due brani già pronti incisi dalla coppia che verranno pubblicati il prossimo anno in un ulteriore progetto discografico. Per i tantissimi fan di Mina e Adriano Celentano si prospettano ancora periodi di attesa in vista dei tanti progetti annunciati. Intanto però possiamo goderci l’ascolto delle canzoni contenute in Le migliori.
Gnocchi filanti al forno con provola
Preparazione:
Per iniziare la preparazione degli gnocchi filanti al forno con provola dovete partire dalla base, ovvero dalla realizzazione degli gnocchi. Partite dalle patate, che andranno lavate accuratamente e lessate per circa 40 minuti in abbondante acqua salata. Una volta pronte le vostre patate andranno pelate e schiacciate con l’apposito strumento così da ottenere una purea ben fine.
Aggiungete la purea all’interno di una ciotola o sul piano di lavoro e via aggiungete anche gli altri ingredienti. Impastate per bene il tutto fino a quando avrete ottenuto un panetto ben compatto. Questo andrà ridotto dapprima in filoncini e poi in piccoli tocchetti, che costituiranno i vostri gnocchi. Per dare gli gnocchi un aspetto esteticamente ancora più gradevole potete passarli su uno rigagnocchi oppure sui rebbi di una forchetta. Fatto questo potete passare alla realizzate del condimento. Come prima cosa dedicatevi alla preparazione del sugo di pomodoro. In una padella ben capiente mettete a scaldare abbondante l’extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio. Fate andare per un paio di minuti ed aggiungete la passata di pomodoro. Aggiustate di sale e pepe e fate proseguire la cottura fino a quando il vostro sugo avrà la consistenza desiderata.
Mettete a cuocere a questo punto i vostri gnocchi in abbondante acqua salata ed aspettate che salgano a galla, segno che saranno ben cotti. Fatto questo scolate i vostri gnocchi e componete il piatto all’interno della pirofila che andrà in forno. Sporcate il fondo della vostra pirofila con il sugo di pomodoro appena preparato, aggiungete gli gnocchi e coprite con abbondante strato di sugo di pomodoro e dei cubetti di provola che avrete nel frattempo preparato. Aggiungete un filo d’olio extravergine d’oliva sulla superficie e mettete in forno preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti o fino a quando il formaggio sarà ben sciolto e filante. Servite ai vostri ospiti ben caldo.
In alternativa potete preparare degli gnocchi alla sorrentina o degli gnocchi al pesto.
Per iniziare la preparazione degli gnocchi filanti al forno con provola dovete partire dalla base, ovvero dalla realizzazione degli gnocchi. Partite dalle patate, che andranno lavate accuratamente e lessate per circa 40 minuti in abbondante acqua salata. Una volta pronte le vostre patate andranno pelate e schiacciate con l’apposito strumento così da ottenere una purea ben fine.
Aggiungete la purea all’interno di una ciotola o sul piano di lavoro e via aggiungete anche gli altri ingredienti. Impastate per bene il tutto fino a quando avrete ottenuto un panetto ben compatto. Questo andrà ridotto dapprima in filoncini e poi in piccoli tocchetti, che costituiranno i vostri gnocchi. Per dare gli gnocchi un aspetto esteticamente ancora più gradevole potete passarli su uno rigagnocchi oppure sui rebbi di una forchetta. Fatto questo potete passare alla realizzate del condimento. Come prima cosa dedicatevi alla preparazione del sugo di pomodoro. In una padella ben capiente mettete a scaldare abbondante l’extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio. Fate andare per un paio di minuti ed aggiungete la passata di pomodoro. Aggiustate di sale e pepe e fate proseguire la cottura fino a quando il vostro sugo avrà la consistenza desiderata.
Mettete a cuocere a questo punto i vostri gnocchi in abbondante acqua salata ed aspettate che salgano a galla, segno che saranno ben cotti. Fatto questo scolate i vostri gnocchi e componete il piatto all’interno della pirofila che andrà in forno. Sporcate il fondo della vostra pirofila con il sugo di pomodoro appena preparato, aggiungete gli gnocchi e coprite con abbondante strato di sugo di pomodoro e dei cubetti di provola che avrete nel frattempo preparato. Aggiungete un filo d’olio extravergine d’oliva sulla superficie e mettete in forno preriscaldato a 180°C per circa 15 minuti o fino a quando il formaggio sarà ben sciolto e filante. Servite ai vostri ospiti ben caldo.
In alternativa potete preparare degli gnocchi alla sorrentina o degli gnocchi al pesto.
domenica 20 novembre 2016
"Made in Italy": esce domani il nuovo album di Ligabue
Si intitola “Made in Italy” il ventesimo album di Luciano Ligabue (l’undicesimo disco di inediti), che lo stesso artista ha definito “una dichiarazione d’amore ‘frustrato’ verso il mio Paese raccontata attraverso la storia di un personaggio (Riko)” e che arriverà in tutti i negozi di dischi del nostro Paese a partire da domani 18 novembre.
“Made in Italy” è anche il primo concept album dell’artista emiliano che, però, ci tiene lo stesso a precisare che “Non si tratta di un concept album come quelli a cui siamo stati abituati negli anni Settanta, con tanti parti strumentali, questo è un album di canzoni, ognuna delle quali può vivere autonomamente”. Il nuovo album del rocker di Correggio è stato anticipato dai singoli “G come Giungla” e “Made in Italy”, che dà il titolo al progetto discografico. Dei due inediti sono già disponibili i video ufficiali e il secondo è una vera e propria dichiarazione d’amore al Paese nel quale siamo nati con un invito ad apprezzarlo di più con tutta la bellezza che offre e nonostante le sue contraddizioni. Il video è stato ideato e diretto da Paolo De Francesco e racconta la storia del protagonista del disco, Riko, che con sua moglie decide di partire per una seconda luna di miele in Italia, percorrendo in treno le distanze tra una città e l’altra.
“Made in Italy” è anche il primo concept album dell’artista emiliano che, però, ci tiene lo stesso a precisare che “Non si tratta di un concept album come quelli a cui siamo stati abituati negli anni Settanta, con tanti parti strumentali, questo è un album di canzoni, ognuna delle quali può vivere autonomamente”. Il nuovo album del rocker di Correggio è stato anticipato dai singoli “G come Giungla” e “Made in Italy”, che dà il titolo al progetto discografico. Dei due inediti sono già disponibili i video ufficiali e il secondo è una vera e propria dichiarazione d’amore al Paese nel quale siamo nati con un invito ad apprezzarlo di più con tutta la bellezza che offre e nonostante le sue contraddizioni. Il video è stato ideato e diretto da Paolo De Francesco e racconta la storia del protagonista del disco, Riko, che con sua moglie decide di partire per una seconda luna di miele in Italia, percorrendo in treno le distanze tra una città e l’altra.
Timex IQ Plus Move, un orologio classico con la passione per il fitness
Quando si fa attività fisica, dotarsi di una buona smartband è doveroso: peccato, però, che i device wereable di questo genere siano tutti piuttosto massici, ingombranti, e non troppo belli a vedersi. Per questo motivo, da qualche tempo, sono nati gli orologi analogici dalla natura ibrida che, sotto l’apparenza di un tradizionale ed elegante orologio da polso, nascondono funzionalità avanzate. Uno di questi analogici ibridi più convincenti degli ultimi periodi è l’IQ Plus Move della Timex. IQ Plus Move ha una cassa in lega di metallo lucido, sottile nonostante le componenti smart incluse, realizzata in modo da sostenere immersioni in acqua sino a 50 metri: i cinturini, dalle misure di 20 mm per gli uomini, e di 18 mm per le donne, non sono impermeabili. Almeno se si sceglie quelli in pura pelle: per fortuna sono disponibili anche le versioni in silicone che permettono all’IQ Plus Move di essere usato in qualsiasi condizione esterna, oltre che su qualsiasi polso (infatti, esiste la misura per uomini, con diametro da 41mm, e quella da donna, con cassa da 36 mm). Tra le funzioni che il Timex IQ Plus Move ha, se ne ravvisano 4: grazie all’accelerometro interno, è possibile tener traccia dei passi compiuti e, quindi, dei km fatti, mentre – grazie alla companion app per smartphone Android e iOS – è possibile ottenere la valutazione delle calorie bruciate e della qualità del proprio sonno. Purtroppo, secondo i pochi fortunati che hanno potuto testarlo di persona, sembra che l’IQ Plus Move abbia qualche bug: la sincronizzazione dei dati con lo smartphone non è automatica e va impostata lato app, intervenendo sulle impostazioni. Anche la misurazione dei passi fatti va attivata manualmente. Per il resto, non essendo presenti le notifiche dei messaggi o delle chiamate, si tratta di un classico fitness tracker analogico che, però, è in grado di visualizzare i dati che ci interessano anche SENZA il continuo ricorso allo smartphone: sarà sufficiente impostare l’orologio affinché il secondo anello, definito “activity”, conteggi i passi compiuti mentre la lancetta dei secondi si occuperà dell’avanzamento nella distanza percorsa.
Huawei Fit, smartwatch che unisce aspetto classico e vocazioni fitness
Nel corso dell’evento tenutosi a Monaco di Baviera, la cinese Huawei – dopo aver presentato il super phablet Mate 9 – ha colto l’occasione per annunciare anche un interessante smartwatch dedicato al fitness, lo Huawei Fit. Conosciamolo da vicino.
Huawei Fit, per design, ricorda molto da vicino la commistione tra orologio classico e fitness tracker che si è già vista a bordo del rivale Pebble Time Round: anche in questo caso, infatti, il quadrante è circolare ed i cinturini, intercambiabili, sono colorati. Per il resto, però, si tratta – almeno a livello hardware – di qualcosa più simile all’Honor S1, lo smartwatch che la medesima Huawei ha lanciato, a inizio Ottobre, per il mercato prettamente asiatico. Ovvio, rispetto al gemello con gli occhi a mandorla – del quale rappresenta, in buona sostanza, la versione internazionale – lo Huawei Fit ha una scheda di alto spessore. All’interno della sua cassa, prevista nelle colorazioni Titanium Gray e Moonlight Silver ed impermeabile (fino a 5 atmosfere di pressione), troviamo un sensore cardiaco – in corrispondenza del polso – che permetterà di ottenere un primo feedback per i propri allenamenti. In relazione a questi ultimi, lo Huawei Fit registrerà i passi compiuti, i km percorsi, e – quindi – le calorie bruciate: peccato che, mancando il GPS, dovrà appoggiarsi – tramite il Bluetooth e l’app Huawei Wear – con lo smartphone (iOS e Android) pur di poter fornire dati meno approssimativi sulle proprie prestazioni: in compenso, non manca la funzionalità per tener traccia della qualità del proprio riposo notturno visto che, in fondo, il benessere è un concetto da interpretare a 360°. Grazie al join con lo smartphone, come detto attuato – lato hardware – dal Bluetooth, e – lato software – dal tool Huawei Wear, sarà possibile ricevere e visualizzare, sul piccolo display circolare da 1.04 pollici, tutte le notifiche e le segnalazioni delle chiamate ricevute/perse. L’autonomia del device, secondo quanto dichiarato da Huawei, è di 6 giorni con un uso impegnativo e di 30 giorni in stand by grazie all’adozione di diversi accorgimenti tecnici: risultato ottenuto grazie al sensore di luminosità ambientale, che regola in modo automatico la retroilluminazione del piccolo display e-ink “always on”, e tramite un sensore capacitivo in grado di “addormentare” il device quando capisce che non lo indossiamo. In ogni caso, venuto il momento di “fare il pieno”, lo Huawei Fit si ricarica completamente, partendo da 0, in meno di 2 ore. Huawei Fit, nelle colorazioni di cassa già citate, e con cinturini da 18 mm cadenzati nelle tonalità nero, arancione o blu, può essere acquistato negli USA al prezzo di 129,99 dollari e, presto, verrà reso disponibile anche in Italia ove, però, il suo prezzo sarà leggermente meno vantaggioso, essendo stato fissato in 149 euro.
Huawei Fit, per design, ricorda molto da vicino la commistione tra orologio classico e fitness tracker che si è già vista a bordo del rivale Pebble Time Round: anche in questo caso, infatti, il quadrante è circolare ed i cinturini, intercambiabili, sono colorati. Per il resto, però, si tratta – almeno a livello hardware – di qualcosa più simile all’Honor S1, lo smartwatch che la medesima Huawei ha lanciato, a inizio Ottobre, per il mercato prettamente asiatico. Ovvio, rispetto al gemello con gli occhi a mandorla – del quale rappresenta, in buona sostanza, la versione internazionale – lo Huawei Fit ha una scheda di alto spessore. All’interno della sua cassa, prevista nelle colorazioni Titanium Gray e Moonlight Silver ed impermeabile (fino a 5 atmosfere di pressione), troviamo un sensore cardiaco – in corrispondenza del polso – che permetterà di ottenere un primo feedback per i propri allenamenti. In relazione a questi ultimi, lo Huawei Fit registrerà i passi compiuti, i km percorsi, e – quindi – le calorie bruciate: peccato che, mancando il GPS, dovrà appoggiarsi – tramite il Bluetooth e l’app Huawei Wear – con lo smartphone (iOS e Android) pur di poter fornire dati meno approssimativi sulle proprie prestazioni: in compenso, non manca la funzionalità per tener traccia della qualità del proprio riposo notturno visto che, in fondo, il benessere è un concetto da interpretare a 360°. Grazie al join con lo smartphone, come detto attuato – lato hardware – dal Bluetooth, e – lato software – dal tool Huawei Wear, sarà possibile ricevere e visualizzare, sul piccolo display circolare da 1.04 pollici, tutte le notifiche e le segnalazioni delle chiamate ricevute/perse. L’autonomia del device, secondo quanto dichiarato da Huawei, è di 6 giorni con un uso impegnativo e di 30 giorni in stand by grazie all’adozione di diversi accorgimenti tecnici: risultato ottenuto grazie al sensore di luminosità ambientale, che regola in modo automatico la retroilluminazione del piccolo display e-ink “always on”, e tramite un sensore capacitivo in grado di “addormentare” il device quando capisce che non lo indossiamo. In ogni caso, venuto il momento di “fare il pieno”, lo Huawei Fit si ricarica completamente, partendo da 0, in meno di 2 ore. Huawei Fit, nelle colorazioni di cassa già citate, e con cinturini da 18 mm cadenzati nelle tonalità nero, arancione o blu, può essere acquistato negli USA al prezzo di 129,99 dollari e, presto, verrà reso disponibile anche in Italia ove, però, il suo prezzo sarà leggermente meno vantaggioso, essendo stato fissato in 149 euro.
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